Quando si pensa all’infanzia si incorre spesso nella semplificazione che porta a vedere il tempo dei bambini come quello dell’innocenza, della gioia e della spensieratezza fatata. Avere a cuore loro significa però ricordare che dietro l’illusione di quegli anni ‘magici’ della prima infanzia si nascondono spesso angosce e paure che prendono forma nel pensiero irrazionale e fantomatico del bambino. Allora, forse, potremmo provare per un attimo ad allontanarci dalle visioni semplificatorie della realtà e riconoscere l’ambivalenza del pensiero magico, liberandolo dalla gabbia romantica e fatata dove spesso lo releghiamo.

Allo stesso tempo però potremmo chiederci se questo aspetto magico, quasi soprannaturale, che spesso domina la realtà dei bambini non sia solo loro esclusiva ma magari, anche noi adulti per provare a fuggire da quella realtà che, con il predominio della tecnica e del pensiero scientifico-razionale rischia di allontanarci silenziosamente da tutte quelle questioni che, lontane dalla logica del profitto e di ciò che è utile, sono altrettanto fondamentali per il benessere e il progresso dell’uomo, quali la creatività, la bellezza, la meraviglia; insomma da tutte quelle dimensioni dell’esistenza ben decifrate nel pensiero magico dei bambini.

Lo facciamo, spesso senza rendercene conto, ogni volta in cui nella vita quotidiana ricorriamo a piccoli personali rituali scaramantici prima di un evento importante, quando individuiamo degli oggetti a cui diamo il compito di proteggerci, quando si presentano nella nostra vita degli eventi che non riusciamo a spiegare razionalmente, o semplicemente quando avvertiamo il mondo in sintonia coi nostri desideri. In realtà, anche se siamo atei, o scettici, o tenaci sostenitori delle leggi della ragione, in qualche modo crediamo comunque alla magia. Torniamo ai bambini, al loro ‘mondo magico’, a quella dimensione che tutti noi abbiamo attraversato e, per ragioni di cui ancora non conosciamo risposta: dimenticato; ogni volta in cui riconosciamo che con la sola razionalità non è possibile afferrare tutte quelle cose che danno alla nostra vita uno spessore di autenticità, di verità e di bellezza. E allora concediamoci la possibilità di soffermarci, per osservare il mondo con gli occhi di quel bambino che ancora vive in noi.